Pagine

giovedì 19 febbraio 2015

Viaggio attraverso il surrealismo di Mirò..




"Il surrealismo si fonda sull'idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme di
associazione finora trascurate, sull'onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero. Tende a liquidare definitivamente tutti gli altri meccanismi psichici e a sostituirsi ad essi nella soluzione dei principali problemi della vita.." - ed è qua che incomincerà il viaggio all'interno del surrealismo, ma non senza prima aver citato la natura delle sue origini.
Un'origine che da voce alle forze delle più personali fantasie, del sogno e dell'inconscio, quegli impulsi incontrollabili padroni di tutti noi.
Il desiderio di evadere dalla realtà, di lasciarsi alle spalle gli orrori della prima grande guerra, causata proprio da quella società che aveva la pretesa di considerarsi spirituale, ma che invece con i suoi orrori e la sua tragedia, non aveva fatto altro che spalancare il portone a quell'arte che seppe trasformarsi, rinnovarsi, e credere ancora per l'ennesima volta ai propri sogni, credendo in un futuro migliore.
In questo sottofondo, ho scelto di parlare di uno degli artisti surrealisti più conosciuti, Mirò, in mostra dal 26 novembre 2014 al 6 aprile 2015 a Palazzo tè, a Mantova.
Sappiamo che in un primo periodo, la produzione dell'artista viene considerata una sperimentazione tra cubismo e fauvismo, ma sarà dagli anni 20 che egli attribuirà quell'importanza al gioco arbitrario e al pensiero che ci sposterà verso un'arte che diventerà sempre più concettuale, più semplificata nelle sue forme.
L'artista diventa uno dei più radicali teorici del surrealismo, in numerosi scritti esprime il suo disprezzo per la pittura convenzionale esprimendo il desiderio di ucciderla  ed assassinarla  per giungere a nuovi mezzi di espressione.
I sogni e le fantasie, non sono lanciate di getto, ma meditate per tempo, perchè con una sola forma fuori posto, la circolazione si spezzerà, e l'equilibrio dell'opera verrà meno.
Tra forme leggere, mancanza di prospettive, collage, e materiali di scarto, di chiara matrice dadaista,
ci troviamo davanti a grandi tele, dove nel loro allucinato mondo parallelo sono popolate di forme geometriche colorate, sospese un po' tra l'aria e il niente, ma che ricercano ossessivamente l'interiorità delle cose, con una crescente astrazione, che riesce a disorientare i più razionali di noi.
Ma forse questo non è il modo con cui sempre più spesso cerchiamo di ingannare noi stessi? Incontabili, le volte in cui creiamo un nostra personale visione dei fatti, una visione che trascende dal reale, fino a diventare come "surreale", perchè è così che il nostro corpo reagisce alle delusioni. Cerchiamo anche noi una dimensione fantastica, in cui cerchiamo di riordinare tanti piccoli gesti, che presi singolarmente sono impercettibili all'occhio degli altri. A volta funziona, a volte no; il trucco del gioco è che non dobbiamo spezzare l'equilibrio, ci dobbiamo credere, anche se tutto ci è contro. Ma è sognare che ci rende uomini, capaci di grandi cose.




Nessun commento:

Posta un commento