La denuncia sociale, di cinque donne nella strada...
"Con fede e progresso e in una generazione di creatori e spettatori, chiamiamo a unirsi tutta la gioventù. In quanto giovani siamo portatori del futuro e vogliamo creare per noi stessi libertà di vita e movimento [Kirchner 1916] ...
Citando Nietzsche e erede di un ideale romantico, Dresda era convinta che l'arte potesse giocare un ruolo determinante nel condurre l'uomo a valori meno corrotti di quelli a cui lo forzava la nuova società.
Nell'arte, il tema della prostituzione era particolarmente frequente nella riproduzione di un'artista.
Ma nelle "cinque donne nella strada", c'è qualcosa di particolare, che va oltre l'opera in sé.
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Cinque donne nella strada; Kirchner, 1913 |
Le donne si stagliano su uno sfondo verde acido chiaro: il normale rapporto tra figura e sfondo, almeno dal primo punto di vista, viene invertito; in modo che il nostro sguardo venga catturato dapprima dalla tela, e poi dal soggetto in questione. Le nostre percezioni più certe vengono infatti messe in discussione, come viene messo in discussione l'antico sistema dei valori etici.
Gli abiti sono modulati su una tonalità scura usata non come linea ma come colore pieno.
I visi pallidi, e le labbra evidenziate da rossetti pesanti sono l'unica trasgressione che il pittore si concede.
Gli abiti sottolineano la moda in voga a Berlino, grande città simbolo di crescita; la monumentalità dei capelli denuncia la vanità delle signore, ma evidenzia il concetto che la città era ora una capitale aperta a ogni stranezza, e che forse vedeva Parigi come il suo modello personale.
In tutto ciò non fa altro che emerge la difficoltà di vivere in un contesto, che non premia, ma ostacola, i moti affettivi, una difficoltà in cui viviamo tutt'ora; dove emergono l'asprezza di un'esistenza narcisistica dedicata a guardarsi e soprattutto a mostrarsi, assieme all'incapacità di comunicare, travestita da un elegante distacco, tipica della società elitaria di ieri e oggi.
E proprio quando viene meno la comunicazione, o per meglio dire essa viene sostituita da quella dello status; forse i più critici di noi ne prendono atto ma con una differenza; noi possiamo ancora denunciare questo attraverso la musica e la pittura, quando i nostri predecessori lo hanno già fatto egregiamente ormai anni orsono? Come possiamo reagire quando di fronte a noi abbiamo un elitè ceca e sorda, troppo ingombrante da spostare per fare posto a chi in fondo ci crede ancora, ma ha finito i mezzi a sua disposizione?
In un mondo dove i valori etici non esistono più, ma vengono emulati all'infinito, quale strumento di denuncia possiamo usare noi giovani?
Che si tratti di un lavoro, di un'opportunità, o di far parte di qualsiasi mondo, cosa ci è rimasto oltre all'indignazione in nostro potere?
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